Il futuro della ricezione televisiva
Pubbicato in data:
03-01-2019 da Giuseppe Derone - Fonte : WIRED
Nel 2022 dovrai di nuovo cambiare tv, o aggiungere un decoder
Col passaggio alla nuova generazione del digitale terrestre sono milioni i tv a rischio rottamazione. Ecco perché e cosa c’è da sapere a riguardo
Lorenzo Longhitano
di Lorenzo Longhitano
3 NOV, 2017
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Gli schermi a tubo catodico Trinitron hanno guidato il mercato per un trentennio, tra la fine degli anni ’60 e il 1996. Più luminosi di quelli della concorrenza, avevano la superficie cilindrica fino a quando, a fine anni ’90 Sony ha deciso di proporne una versione completamente piatta. Nel 2006 la definitiva dismissione per favorire la diffusione degli schermi LCD.
È (quasi) ufficiale: entro il 2022 il televisore di casa rischia di diventare un costoso complemento d’arredo destinato a rimanere spento. Questo emerge dall’articolo 89 incluso nel testo della Legge di Bilancio 2018 in fase di approvazione in queste ore, un articolo che regolamenta il passaggio, tra quattro anni, delle trasmissioni televisive in tutta Italia al nuovo standard digitale terrestre di seconda generazione, o DVB-T2. L’articolo a dire il vero serve a preparare il terreno alle future connessioni 5G, ma dal momento che alcune delle frequenze di trasmissione in gioco sono attualmente occupate dalle emittenti televisive, avrà pesanti ripercussioni anche sul panorama televisivo attuale.
Secondo il testo della legge, dal 1 gennaio 2020 al 30 giugno 2022 (le tempistiche esatte dipenderanno dalle singole regioni) le emittenti televisive dovranno fare i bagagli e liberare le frequenze occupate nella banda dei 700 MHz necessarie agli operatori 5G, sistemando le proprie trasmissioni all’interno di uno spettro completamente riorganizzato. Nessuno però dovrà rinunciare ai propri canali preferiti: adottando lo standard DVB-T2, che si basa su algoritmi di compressione delle immagini più recenti ed efficienti rispetto a quelli correntemente impiegati, sarà possibile per le emittenti impacchettare un maggior numero di canali all’interno di uno spettro anche più ristretto rispetto a quello a disposizione oggi.